Cataratta nel Medioevo: Tecniche chirurgiche primitive e dolorose

 

Nel Medioevo, le conoscenze mediche e le pratiche di cura erano molto diverse da quelle odierne. Tuttavia, è importante sottolineare che il trattamento della cataratta nel Medioevo era limitato e non aveva la stessa efficacia e precisione delle tecniche moderne.

Nel periodo medievale, la cataratta era spesso considerata incurabile, e molti pazienti affetti da questa condizione dovevano convivere con la perdita progressiva della vista. Esistono però alcune registrazioni storiche che menzionano alcuni tentativi di trattamento della cataratta.

Uno dei metodi utilizzati era la cosiddetta "couching" o "depressio" della cataratta. Questo procedimento coinvolgeva l'inserimento di un oggetto appuntito, come una sottile asticella o uno stuzzicadenti, attraverso la parte anteriore dell'occhio per spingere la cataratta all'interno dell'occhio stesso. Questo metodo, sebbene rischioso e doloroso, poteva portare a una temporanea miglioramento della vista per alcuni pazienti.

Altri rimedi proposti per trattare la cataratta nel Medioevo includevano l'uso di colliri a base di erbe e sostanze come la bile di bue o il succo di frutta acida per cercare di dissolvere o rimuovere la cataratta. Tuttavia, l'efficacia di tali rimedi era molto limitata e spesso non portava a miglioramenti significativi della vista.

È importante notare che la chirurgia oculare nel Medioevo era estremamente rischiosa, e le infezioni e le complicazioni postoperatorie erano frequenti. La mancanza di comprensione anatomica accurata dell'occhio e delle tecniche chirurgiche sterili rendeva estremamente pericolose le procedure per la rimozione della cataratta.

Solo nel corso dei secoli successivi, con l'avanzamento delle conoscenze mediche e delle tecniche chirurgiche, sono state sviluppate procedure più sicure ed efficaci per il trattamento della cataratta.

Eppure, gli antichi egizi furono in grado di eseguire interventi chirurgici per la cataratta con una certa efficacia. Ci sono prove storiche che suggeriscono che gli egizi abbiano sviluppato una tecnica nota come "couching" per trattare la cataratta fin dal 2.000 a.C.

La tecnica del couching egiziano coinvolgeva l'utilizzo di un piccolo strumento appuntito, come un ago di bronzo, per spingere la cataratta all'interno dell'occhio, senza rimuoverla completamente. Questo metodo consentiva ai pazienti di recuperare una parte della vista, ma non eliminava completamente la cataratta.

Sebbene questa tecnica fosse limitata rispetto alle procedure moderne, gli egizi erano notevolmente avanzati nella comprensione e nella pratica della chirurgia oftalmica per l'epoca. Tuttavia, è importante sottolineare che le procedure chirurgiche nel passato erano rischiose e spesso non erano in grado di offrire risultati duraturi o privi di complicazioni.

 Durante il Medioevo l'assenza di anestesia rendeva le procedure chirurgiche, compresa l'operazione per la cataratta, estremamente dolorose e traumatiche per i pazienti. L'anestesia come la conosciamo oggi non era disponibile e i pazienti dovevano affrontare l'operazione senza alcuna forma di sollievo dal dolore.

La mancanza di anestesia rendeva le procedure chirurgiche, comprese quelle oculari, estremamente dolorose e traumatiche per i pazienti. Nel caso dell'operazione della cataratta, il paziente doveva subire l'incisione dell'occhio senza alcuna forma di analgesia o sedazione. Questo causava un notevole dolore e stress per il paziente.

Le condizioni igieniche e le pratiche chirurgiche del Medioevo aumentavano ulteriormente il rischio di complicazioni e infezioni postoperatorie. Senza l'uso di tecniche asettiche e sterilizzazione adeguata degli strumenti, le infezioni erano comuni e potevano portare a ulteriori sofferenze per il paziente.

È importante riconoscere che il progresso medico nel campo dell'anestesia è stato fondamentale per rendere le procedure chirurgiche più tollerabili e sicure. 

In conclusione, con l'introduzione dell'anestesia nel corso del XIX secolo ha rivoluzionato la pratica chirurgica, consentendo ai pazienti di sottoporsi a interventi senza sperimentare il dolore estremo che era presente in passato.

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