la stagione autunnale nel medioevo



Il 23 settembre alle 8:50 è iniziato l'Equinozio d'autunno, una data importante. Vediamo perciò nella nostra epoca preferita cosa rappresentasse la stagione autunnale per le persone Medievali.

 Nel Medioevo, l'autunno era una stagione di grande importanza sia a livello personale che lavorativo. Le persone vivevano principalmente in comunità agricole, dipendenti dalla terra per la loro sopravvivenza, quindi le stagioni avevano un impatto significativo sulle loro vite. 

La stagione autunnale  rappresentava il momento cruciale per la raccolta delle colture agricole. I contadini erano dediti alla raccolta  di cereali, come il grano e l'orzo, così come le verdure, le frutta e le noci che avevano coltivato durante la primavera e l'estate. Questo era un periodo intensivo di lavoro agricolo, in cui la comunità intera spesso si univa per completare la raccolta in tempo.

Di solito le persone si preparavano per l'inverno. Dovevano stoccare cibo, essiccare carne, conservare prodotti agricoli e preparare provviste sufficienti per sopravvivere durante i mesi più freddi, quando le risorse erano scarse e l'agricoltura non era praticabile. 

Ad ogni modo, in molte parte d'Europa, comprese le regione del nord italiane, l'autunno nel Medioevo era un periodo di festività e celebrazioni legate alla raccolta. Si tenevano spesso feste, danze e riti per ringraziare per il raccolto abbondante e per augurarsi buona fortuna durante l'inverno.

 A causa del clima più freddo e delle giornate più corte, le attività quotidiane delle persone potevano cambiare radicalmente durante questa stagione. Molti infatti trascorrevano più tempo al chiuso, lavorando su attività come la tessitura, la fabbricazione di abbigliamento e la produzione di oggetti per sopravvivere all'inverno.

SIMBOLISMO

L'autunno era spesso associato a simboli di maturità, raccolto e declino della natura. Questo aspetto simbolico dell'autunno poteva influenzare anche le credenze religiose e le pratiche spirituali delle persone nell'Europa medievale. 

Questo aspetto simbolico simbolico, l'avvicinarsi dell'inverno rappresentava spesso il declino della natura e della vita vegetale, che poteva essere associato a credenze religiose o mitologiche sul ciclo della vita e della morte.

Va detto che nel Medioevo, il cambiamento delle stagioni e l'avvicinarsi dell'autunno e dell'inverno portavano con sé una certa dose di timore e preoccupazione. Le giornate più corte e le notti più lunghe significavano meno luce solare disponibile per svolgere le attività quotidiane, il che poteva rendere il lavoro agricolo più difficile e limitare le opportunità di svolgere compiti all'aperto.

Inoltre con l'aumentare delle Tenebre, soprattutto per le comunità rurali che dipendevano dalla terra per il loro sostentamento risentivano più questo aspetto rispetto a una comunità collocata in una città. La scarsità di cibo fresco, le temperature fredde e le malattie stagionali erano preoccupanti in vista di una stagione ancora più dura, ossia l'Inverno.

Tuttavia, l'autunno aveva anche il suo lato positivo, quello di trovare solidarietà tra le persone all'interno di una comunità, che simboleggiavano la gratitudine per il cibo e la prosperità ottenuti durante l'anno. Le feste autunnali offrivano alle persone l'opportunità di riunirsi, socializzare e affrontare insieme i rigori dell'inverno. 

C'è da dire che proprio nella stagione autunnale molte famiglie anche quelle di ceto sociale più basso potevano promettere in sposa la propria figlia a un'altra famiglia, per vari interessi e opportunità!

In conclusione, se dovessi associare una stagione al Medioevo, sceglierei proprio l'autunno, dal suo fascino ancestrale, malinconico ma anche di forte speranza!

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