ROMA nell'Alto MEDIOEVO: quando la città era quasi DESERTA

 


Nel contesto della storia millenaria di Roma, in particolare nell'alto Medioevo, uno degli aspetti spesso trascurati è il periodo in cui la città fu quasi deserta. Questo periodo, che va approssimativamente dal V al X secolo, vide la città affrontare sfide uniche che ne influenzarono il tessuto sociale, economico e culturale.

Uno dei fattori chiave che contribuirono al declino demografico di Roma fu la serie di guerre e conquiste che la città dovette affrontare. Le risorse che erano una volta impiegate per sostenere la popolazione furono dirottate verso il mantenimento dell'esercito e la gestione delle provincie acquisite.

Il silenzio pervadeva le strade deserte, interrotto solo dall'eco dei passi furtivi di volpi e dal richiamo dei gufi. Roma, una volta centro di vita e cultura, si trasformò in una città che risuonava soltanto di un passato lontano.

Le continue invasioni barbariche furono uno dei principali catalizzatori del declino di Roma. Le incursioni e i saccheggi lasciarono la città in uno stato di instabilità cronica, costringendo molti cittadini a cercare rifugio altrove.

A causa delle incursioni e delle difficoltà economiche, molti cittadini furono costretti ad abbandonare i loro quartieri residenziali. Le strade che una volta echeggiavano di vita si svuotarono, creando un'atmosfera di desolazione.

Nel corso del periodo di spopolamento, Roma sprofondò in una desolazione spettrale. Le vie, una volta animate, divennero silenziose, ricoperte da uno strato di muschio, mentre i palazzi, avvolti dall'edera, sembravano custodire segreti dimenticati.

Come se non bastasse la situazione idrica precaria di Roma, con i sedici acquedotti tagliati e la manutenzione discontinua, rappresentava un simbolo tangibile della decadenza della Città Eterna. 

La sete, che una volta sembrava impensabile nella grande Roma imperiale, divenne una realtà quotidiana, testimoniando il profondo cambiamento che la città stava attraversando.

 La Natura Reclama la Città

L'assenza di manutenzione trasformò Roma in un rifugio per la natura selvaggia. I palazzi, una volta dimora di nobili, divennero luoghi abitati da volpi e gufi, creando un paesaggio urbano insolito e surreale.

Il fiume Tevere, elemento vitale per la città, non fu risparmiato dalla devastazione. Gli straripamenti ripetuti allagarono le aree circostanti, contribuendo al decadimento generale di un'antica metropoli.

Nel periodo di spopolamento, la natura selvaggia iniziò a reclamare la città, trasformandola in un paesaggio inaspettato. L'invasione silenziosa dei boschi era un segno tangibile del declino demografico e dell'abbandono urbano.

20.000 Romani 

Mentre la città si svuotava, la popolazione residua di appena 20.000 abitanti cercava rifugio tra le rovine, focalizzandosi principalmente tra Trastevere e la sponda sinistra del Tevere. Questi ultimi cittadini di Roma vivevano nell'ombra di un'epoca passata, sopravvivendo con mezzi limitati.

La povera popolazione che resisteva al periodo di spopolamento era dedita a lavori umili, tra botteghe artigianali e l'accudimento di bestiame. La loro vita quotidiana era una lotta per la sopravvivenza, in contrasto con il fasto che un tempo caratterizzò la Città Eterna.

La popolazione residua di Roma, tra Trastevere e la sponda sinistra del Tevere, viveva una vita di contrasti e analfabetismo. 
 Al calare del sole, le rovine di antichi luoghi di culto pagano si trasformavano in posti di incontro, dove la comunità restante cercava conforto e solidarietà bevendo un brocca di vino!

Decadenza delle Istituzioni e Economia

La decadenza delle istituzioni romane contribuì ulteriormente al periodo di spopolamento. La mancanza di una leadership stabile portò a un vuoto di potere, rendendo difficile mantenere l'ordine e la sicurezza in città.

Il deterioramento dell'economia romana durante questo periodo fu un altro elemento cruciale. L'instabilità economica portò a una diminuzione delle opportunità di lavoro, costringendo molti cittadini a cercare fortuna altrove. 

Il declino demografico portò anche a una significativa riduzione delle attività commerciali. Mercati e botteghe chiusero, lasciando le strade principali spoglie di quella vitalità che un tempo caratterizzava Roma.

Decadenza di Monumenti Storici

Il crollo demografico non solo influenzò la quantità di abitanti ma ebbe un impatto significativo sulla struttura stessa della città. Quartieri una volta vivaci furono abbandonati, creando una cicatrice nella storia urbanistica di Roma.

Monumenti storici e luoghi iconici soffrirono nel periodo di spopolamento. La mancanza di manutenzione e il disinteresse portarono alla decadenza di importanti siti culturali. 

L'imponente anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come il Colosseo, era caduto nell'oblio durante il periodo di spopolamento. Chiuso al pubblico da anni, questo simbolo della grandezza romana taceva, privato della vitalità che un tempo lo caratterizzava.

Gli ultimi spettacoli al Colosseo risalivano a circa sessant'anni prima, al tempo di Teodorico. L'Imperatore, in un atto di economia, aveva fatto chiudere gli spettacoli e aveva fatto tumulare i sotterranei per evitare di doverne coprire i costi di manutenzione.

La Roma di Gregorio Magno

Il periodo del pontificato di Gregorio Magno, che si estende dal 590 al 604 d.C., rappresenta un capitolo cruciale nella storia di Roma e della Chiesa. Durante questo periodo, la città sperimentò trasformazioni significative a livello culturale ed ecclesiastico.

Le riforme di Gregorio Magno hanno permeato profondamente la vita religiosa a Roma. Monasteri furono fondati, e la pratica del monachesimo divenne sempre più diffusa, influenzando la spiritualità della città.

Il pontificato di Gregorio Magno vide anche un impegno significativo nel restauro di edifici storici. Questi sforzi contribuirono a preservare il patrimonio culturale di Roma per le generazioni future.

Rinascita e Riappropriazione

Nonostante il periodo difficile, Roma non è rimasta sempre nell'oblio. Diversi successivi imperatori intrapresero sforzi significativi per la ricostruzione e la riappropriazione della città. La rinascita di Roma non fu solo fisica ma anche culturale. Nuove idee e movimenti artistici fiorirono, ridefinendo l'identità della città eterna.

Con il passare del tempo, gli sforzi di ristrutturazione urbana cominciarono a prendere forma. Nuove mura difensive furono erette, e la città cominciò a riprendersi dalle ferite inflitte dalle invasioni.

Oggi, le tracce di questo periodo turbolento sono ancora visibili in alcuni quartieri medievali di Roma. La conservazione di edifici e strade medievali è essenziale per comprendere appieno la storia complessa della Città Eterna.

Conclusione

La Sede Papale si rivelò la chiave per la rinascita di Roma nel periodo di spopolamento. Attraverso la centralità religiosa, la rinascita culturale, e il ruolo economico sostenuto dall'afflusso di pellegrini, la città si riaffermò come un faro di rinascita nell'Alto Medioevo italiano.

Il patrocinio della Chiesa e il mecenatismo pontificio furono catalizzatori di una rinascita culturale. Roma tornò a essere un centro di produzione artistica e letteraria, con la promozione di opere significative che testimoniavano la rinnovata vitalità della città.

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