L'Incubo dell'INVERNO per un Contadino nel MEDIOEVO



Nel tardo Medioevo quando si pensava all'inverno veniva associato alla vecchiaia, tutto ciò di misero fino alla morte. Un simbolismo ovvio visto le giornate molto corte, soprattutto per simboleggiare la bellezza della primavera che nel Medioevo voleva dire ''speranza per un bon raccolto, nonché un momento di rinascita e rinnovamento.

Essere un contadino in inverno nel Medioevo voleva dire anche patire la fame, rallentare il proprio lavoro e soffrire di freddo all'interno di quelle case umide e scarsamente riscaldate. L'unica cosa che un contadino e classi sociali potevano sperare, che la stagione invernale fosse più magnanima rispetto a quella precedente.

INVERNI MEDIEVALI

Abbiamo fonti sufficienti per poter parlare di come era l'inverno nel Medioevo. Ad esempio,  nell'Alto Medioevo, l'Europa occidentale ebbe un "ottimo clima" definito come il "periodo caldo medievale" (ca. 900-1300).

Le temperature più calde e un clima più mite contribuì alla grande espansione medievale consentendo l'insediamento e lo sviluppo di nuove terre coltivabili. Dall'altra, l'optimum climatico medievale fece si agli esploratori islandesi di insediare una nuova terra, la Groenlandia.

Grazie a questo clima in quasi tutta l'Europa occidentale, anche a latitudini e altitudini più elevate, l'uomo poté coltivare rispetto a prima. In Inghilterra, ad esempio, l'uva è cresciuta a centinaia di chilometri a nord rispetto Londra.

PICCOLA ERA GRACIALE

Tuttavia a partire dal XIV secolo si iniziarono a vedere i primi segni della "piccola era glaciale", un'era di raffreddamento fu percepibile nel continente. Il raffreddamento del clima si protrasse fino al XIX secolo, il picco di temperature più rigide fu registrato tra il 1550 e il 1700.

Il raffreddamento atmosferico ebbe origine in concomitanza di anomale meteorologiche ed eventi estremi: come inondazioni improvvise, grandinate e tempeste di neve, fluttuazioni di temperatura, precipitazioni intense durante l'estate e inverni più freddi del solito.

L'INVERNO DEL 1363 - 1364

Le cronache dell'epoca ci raccontano che l'inverno del 1363-1364 fu estremamente freddo nell'Europa continentale. Racconti scritti narrano che a un certo punto del mese di dicembre fino a marzo i principali laghi e fiumi furono congelati. In Germania, il fiume Reno vicino a Magonza rimase ghiacciato per non meno di 70 giorni,  gli abitanti di Colonia, a valle, tennero un mercato sul ghiaccio!

Anche l'Europa Meridionale né fu colpita specialmente l'Italia: la laguna veneziana e l'estuario del Rodano furono ghiacciate. Durante la piccola era glaciale, le cronache meridionali riportavano spesso abbondanti e insolite nevicate.

Furono segnalate diverse intense nevicate nell'area di Firenze, dove il manto nevoso si mantenne per tutto il mese. Un'altra cronaca italiana riferisce che, nel 1359 e in tutta l'Italia centrale, “la neve salì a un'altezza straordinaria''. In altre villaggi le persone rimasero intrappolate e costrette nelle loro case. In Emilia Romagna, a Bologna caddero 18 piedi di neve, e ancor di più presso Modena.

PAESAGGI INVERNALI E LAVORO NEI CAMPI 

Nel XV secolo nei calendari la neve era preferibilmente associata al mese di gennaio. Fatta eccezione per alcuni calendari, come London Rothschild Hours. Rappresentazioni di alberi spogli e tonalità fredde marroni dominavano la maggior parte delle pagine di dicembre, dove i contadini erano impegnati a macellare e cucinare i maiali che si erano nutriti di ghiande, rappresentati nella pagina di novembre. 

La macellazione e la lavorazione dei maiali era un lavoro collettivo che richiedeva molti compiti e passaggi diversi, dalla raccolta del sangue del maiale alla lavorazione delle interiora e della carcassa. Quindi, era il momento di salare e stagionare la carne per la conservazione. Salumi e salumi, come il prosciutto salato, erano alimenti base nella dieta medievale.

Oltre alla macelleria, l'inverno, in particolare fino a Natale corrispondeva alla semina delle colture invernali nei campi lasciati a maggese la stagione precedente. In Inghilterra, i raccolti invernali erano generalmente grano, sebbene alcuni seminassero orzo. 

MESE DI GENNAIO E FEBBRAIO

Il mese di Gennaio per un uomo nel Medioevo trasmetteva ancor più la sensazione di freddo, silenzio e e rallentamento delle attività, ma chi possedeva del bestiame o una fattoria aveva ancora lavoro. Intanto i contadini con le loro famiglie si chiudevano in case nelle sere più fredde accanto al fuoco, condividendo un pasto all'interno. 

Febbraio era senza neve, i contadini iniziavano a spargere letame per fertilizzare i loro campi; le donne e i figli raccoglievano cavoli e porri. Gli uomini pensavano a piantare nuove viti e potare quelle vecchie. C'erano anche da riparare i tetti delle case dopo alcune bufere.  

I lavori di riparazione degli edifici, delle recinzioni e degli attrezzi, nonché la raccolta della legna da ardere scandivano la vita quotidiana dei contadini. Inoltre, coloro che avevano mucche, maiali, pecore e altri animali dovevano ancora nutrirli e prendersene cura.

C'era anche chi in Inverno trovava degli svaghi. Esistono dei manoscritti raffigurati persone pattinare su delle ossa, qualche secolo più tardi su pattini di ferro. Il pattinaggio sul ghiaccio era estremamente comune in Scandinavia, ma meno sviluppato nell'Europa occidentale, dove fu menzionato per la prima volta in un manoscritto inglese del XII secolo.

 I nordeuropei erano più abituati degli europei occidentali alla neve e al freddo. Ovviamente, per i contadini medievali che vivevano in Italia o Francia, l'inverno era probabilmente più impegnativo che divertente.

CASE SCARSAMENTE CALDE        

 Le case dei poveri nel Medioevo ma anche molte dell'alta borghesia erano scarsamente isolate e soggette a continue correnti d'aria fredda. Il camino non sempre bastava a riscaldare le case contadine. Alcuni erano dotati di bracieri portatili. Succedeva che questi oggetti causavano una serie di incendi domestici anche mortali.

Il problema delle basse temperature era un problema anche per edifici in pietra e nelle spaziose abitazioni d'élite dove poche stanze avevano il caminetto. A quel tempo, le finestre non erano dotate dotate di vetro. 

 Nel 1230, ad esempio, alcune finestre del Palazzo di Westminster a Londra furono vetrate, "in modo che la camera non fosse così ventosa come una volta". Le finestre di vetro non proteggevano realmente dal freddo, ma riducevano drasticamente il problema delle correnti d'aria.

Non c'è da sorprendersi che le persone più povere come i contadini medievali dormissero con un berretto  in testa. Spesso venivano scaldate delle pietre o mattoni nel camino, poi avvolti in stoffa venivano messi nei loro letti per scaldare le lenzuola. All'interno le persone indossavano abiti molto caldi e, quando possibile, rimanevano accanto al fuoco. 

Cappotti di lana, sciarpe e guanti erano comuni. Ma alcuni capi più caldi potevano indossarli solo i nobili, esistevano leggi specifiche chi poteva indossare cosa in base alla propria posizione sociale.

Forti nevicate e le temperature fredde a volte erano mortali

Le forti nevicate e le temperature fredde a volte erano mortali. Durante l'inverno del 1389, la cronaca della città di Montpellier riporta drammatiche nevicate nella regione della Lozère “Quell'anno”, scriveva lo scrivano, “in gennaio, febbraio e marzo, le nevicate in Lozère furono così grandi che distrussero molte fattorie e molte persone morirono, perché le loro case crollarono su di esse''. 

Altre morirono di freddo, altre di fame, perché le nevicate erano durate così tanto più del solito che la gente aveva esaurito le provviste. Diventò un problema anche uscire di casa per raccogliere della legna, gli stessi animali come i cavalli sembravano delle statue non riuscendo più a trainare i carri.

C'è da dire che per uno scandinavo del quattordicesimo secolo rispetto a italiano aveva più dimestichezza nell'affrontare inverni così rigidi! E avrebbe trovato gli inverni italiani piuttosto miti, nonostante le eccezionali nevicate. 




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