L'Importanza del Mese di Settembre nel MEDIOEVO



 Settembre nel Medioevo era un mese cruciale, soprattutto per le comunità agricole, che dipendevano fortemente dal ciclo delle stagioni e dai raccolti. Il mese segnava una transizione importante dall'estate all'autunno, portando con sé diverse attività agricole, tradizioni, credenze e superstizioni.

Importanza Agricola di Settembre

Vendemmia

 Settembre era il mese della vendemmia, uno dei momenti più importanti dell’anno per le comunità rurali. La raccolta dell’uva e la produzione del vino erano attività fondamentali per l’economia, oltre che per la vita sociale e religiosa. Il vino non era solo una bevanda, ma aveva un valore sacrale (essendo parte della liturgia cristiana) e culturale. La vendemmia richiedeva la partecipazione di intere comunità, e spesso era seguita da feste locali.

 Oltre alla vendemmia, Settembre segnava la fine della raccolta dei cereali e l’inizio della raccolta di frutti come mele, pere, noci e castagne. Era un periodo di intensa attività in cui si immagazzinavano le provviste per l'inverno. Si preparavano le conserve e si mettevano da parte le scorte di legna per il freddo imminente.

Con il raccolto ormai concluso, i contadini iniziavano a preparare i campi per la semina del grano invernale. Si arava la terra, si concimava e si piantavano i semi, in previsione delle piogge autunnali.

Preparazione all’Autunno e Giornate più Corte

Con l'avvicinarsi dell’autunno, le giornate si accorciavano sensibilmente e le temperature iniziavano a calare. Questo cambiamento influenzava il ritmo della vita quotidiana. Le attività lavorative si adattavano alla luce solare sempre più breve, e in molte comunità si intensificavano i lavori preparatori per l'inverno: riparare tetti, preparare gli attrezzi agricoli, rafforzare le stalle per proteggere il bestiame dal freddo.

Credenze e Superstizioni

Settembre era anche carico di credenze popolari e superstizioni legate alla transizione stagionale: Si credeva che per avere un buon vino fosse importante raccogliere l’uva in giorni propizi, spesso decisi in base al calendario lunare. La luna crescente o calante poteva influenzare la qualità del vino. Inoltre, il primo grappolo raccolto era spesso offerto come dono alla chiesa o come simbolico sacrificio alla terra.

Festività religiose e tradizioni

 Nel calendario liturgico, Settembre era segnato da importanti festività come quella di San Michele (29 settembre), che in molte zone era associata al raccolto e alla protezione del bestiame. Le celebrazioni di San Michele segnavano il passaggio definitivo all’autunno e in alcune aree si tenevano fiere o mercati.

Si riteneva che il clima di Settembre potesse presagire l’andamento dell’inverno. Piogge abbondanti o venti particolari erano interpretati come segni di un inverno rigido o mite. Inoltre, i contadini osservavano i comportamenti degli animali e la caduta delle foglie per trarre indicazioni sulle previsioni meteo.

Simbolismo della luce e delle ombre 

Il progressivo accorciarsi delle giornate era spesso visto con una certa malinconia, poiché la luce solare diminuente simboleggiava il declino della vita e l’avvicinarsi delle tenebre dell’inverno. Questo richiamava anche temi religiosi di penitenza e preparazione spirituale.

Settembre come Mese di Transizione

In sintesi, Settembre nel Medioevo era un mese di grande importanza, sia a livello pratico che simbolico. Era il momento in cui si completava il ciclo produttivo dell’anno agricolo e si facevano le scorte per affrontare l’inverno. Era anche un periodo di riflessione, di festa e di preparazione spirituale per il cambiamento delle stagioni. Le credenze e le superstizioni che accompagnavano questo mese testimoniano quanto fosse radicata nella cultura medievale l’idea che la natura e le sue trasformazioni fossero intrecciate con il destino e il benessere delle comunità.

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